Fischiava il vento : una storia sentimentale del comunismo italiano / Claudio Caprara

Caprara, Claudio <1960- >
Fischiava il vento : una storia sentimentale del comunismo italiano / Claudio Caprara. – Firenze ; Milano : Giunti, 2025. – 236 p. ; 22 cm. – (Bompiani Overlook).) – [ISBN] 978-88-301-0984-1.

Occhiello

“Tra rivoluzione e amore, la storia del Pci come non è mai stata raccontata: dalla passione clandestina di Togliatti e Iotti alle feste dell’Unità, dalle scuole di partito ai funerali con pugni chiusi. Claudio Caprara, cresciuto nella Imola rossa, ricostruisce con vividi ritratti (Gramsci, Bombacci, Berlinguer) un’epoca irripetibile, dove il comunismo italiano seppe evitare le derive autoritarie mantenendo intatta la sua carica utopica. Un viaggio nei miti, nei riti e nelle contraddizioni di un partito che ha plasmato l’identità del Paese.”

Keywords aggiuntive:

  • Biennio rosso
  • Egemonia culturale
  • Fratellanza socialista
  • Doppiezza togliattiana
  • Riformismo rivoluzionario
  • Memoria operaia
  • Antifascismo militante

INDICE

 1  L’ombelico di un mondo.
 La città dove tutti erano socialisti
 2  Tagliatelle a Mosca.
 Il lungo cammino di Anselmo e Andrea Marabini
 3  Tra Lenin e Mussolini.
 Le convergenze parallele di Nicola Bombacci
 4  Antonio Gramsci.
 La tempesta nel cuore, la luce nel pensiero
 5  Come si diventa “il Migliore”.
 Togliatti fra realtà e immaginazione
 6  Una nazione, due chiese. Il dopoguerra di comunisti e cattolici
 7  La logica del tradimento.
 Il confine incerto tra vittime e carnefici
 8  A scuola di rivoluzione.
 Le Frattocchie e la formazione comunista
 9  Le feste dell’Unità.
 Panem, circenses e vino rosso
 10  Rosso come il cuore.
 Nilde e Palmiro, storia di un amore scomodo
 11  Un mare di rosse bandiere .
 Le cerimonie d’addio tra pugni chiusi e segni della croce
 12  P come propaganda, C come consenso.
 La costruzione dell’egemonia culturale
 13  Grazie per il grande sogno
 14 Note


NOTA EDITORE

“Senza un istante di sosta per guardare dentro di sé, tutta presa dal combattimento senza nulla di personale”: così nell’estate del 1946 Palmiro Togliatti descrive la propria vita a Nilde Iotti, il cui amore gli ha restituito il desiderio di tenere qualcosa per sé, salvandolo dalla dedizione assoluta al partito. Quella di Togliatti e Iotti è solo una delle tante vicende di una straordinaria storia collettiva che ha segnato il nostro Novecento: quella del Pci e dei suoi militanti. Il comunismo italiano è stato un’esperienza unica, capace di interpretare gli aspetti più autentici e carichi di speranza rivoluzionaria della sua ideologia fondativa senza doverne sperimentare le tragiche degenerazioni. Una causa a cui una moltitudine di donne e uomini si è votata con passione assoluta. Dalle origini, quando socialismo, comunismo e fascismo per un fatale istante si sfiorano, alle figure più e meno note di Antonio Gramsci e Anselmo e Andrea Marabini, Nicola Bombacci e Veraldo Vespignani; dal biennio rosso del 1919-20 e la nascita del Partito comunista d’Italia nel 1921 fino alla morte di Berlinguer nel 1984. E ancora: la scuola delle Frattocchie e le feste dell’Unità, gli amori e i tradimenti, la propaganda e i funerali. Claudio Caprara – nato in una sezione di partito nella rossa Imola – evoca in queste pagine i luoghi, i miti, i riti che hanno reso quella del comunismo italiano una stagione irripetibile e ci regala un viaggio per istantanee nella storia di un partito che ha lasciato un’impronta profonda nella vita del nostro paese.


Dall’incipit

– No, tenente, siamo socialisti. Siamo di Imola. –
 – Lei non è mai stato a Imola? – domandò Piani.
 – No. –
 – Cristo che bel posto tenente! Venga dopo la guerra e vedrà. –
 – Sono tutti socialisti da voi? –
 – Tutti. –
 – È bella veramente Imola? –
 – È magnifica. Una città così non l’ha mai vista. –
 – Come lo siete diventati socialisti? –
 – Là, siamo tutti socialisti. Non c’è nessuno che non sia socialista. Siamo sempre stati socialisti. –
 – Ci venga, tenente. Faremo socialista anche lei. –
 Davanti a noi la strada girava a sinistra, c’era una collina e dietro un muricciolo di pietre un frutteto folto di meli. Quando la strada incominciò a salire non parlavamo più. Si camminava tutti insieme a passo svelto come contro il tempo.
 Addio alle armi, Ernest Hemingway

Presentazione a Firenze del 1 luglio 2025