Il Governo italiano fa gli interessi dell’Italia?

La subordinazione che fa male. Eni ha concluso un accordo ventennale per l’acquisto di gas naturale liquefatto dalla società statunitense Venture global, con sede in Virginia. Il metano in questione, per due milioni di tonnellate all’anno, proviene dalla fase 1 del progetto di liquefazione Cp2 Lng, attualmente in via di sviluppo nei pressi di Cameron Parish, Louisiana. E’ la prima volta che Eni firma un accordo di lungo periodo con una società americana e l’intento è quello di ridurre la dipendenza da altri fornitori, rispondendo con estrema solerzia ai diktat di Trump. In questo senso la “politica” energetica della ex sovranista, divenuta neoliberal Giorgia Meloni è davvero incredibile. Si caldeggia la scelta americana di Eni, che è estremamente costosa rispetto ad altre opzioni, per assecondare il presidente Trump, peraltro scegliendo una società a lui molto vicina, e, al contempo, si continua ad accettare la strategia della stessa Eni di  distribuire i significativi profitti agli azionisti che, dopo lo Stato, sono in larga misura i grandi fondi. Nel primo trimestre del 2025 l’utile di Eni è stato di 1,4 miliardi di euro, in buona misura destinato, appunto, agli azionisti, che hanno beneficiato anche di operazioni di buy back, di riacquisto di azioni proprie, pari a 5,1 miliardi nel 2024: una cuccagna che dipende dalle entrate della commercializzazione di diesel e benzina, i cui prezzi, nel nostro paese, hanno continuato a crescere. In sintesi Eni fa utili sui consumatori italiani che distribuisce ai grandi fondi americani e si lega con un contratto ventennale a pagare caro il gas proveniente dagli Stati Uniti. Viva l’Italia sovrana!

Alessandro Volpi, facebook 20-7-25

NOTA SULL’ENI

L’ENI S.p.A. è una società a partecipazione statale, non più un’azienda di Stato in senso stretto.
Fondata nel 1953 come Ente Nazionale Idrocarburi, era inizialmente un ente pubblico economico.
Nel 1992 è stata trasformata in società per azioni e successivamente quotata in Borsa.
Lo Stato italiano, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), detiene circa il 30% del capitale sociale.
Il MEF esercita anche la golden share, cioè poteri speciali per tutelare gli interessi strategici nazionali.
In sintesi: ENI è una multinazionale con azionariato diffuso, ma lo Stato mantiene una quota significativa e strumenti di controllo