La guerra totale dell’Occidente collettivo di Leonardo Mazzei

FONTE Leonardo Mazzei
Pubblicato su Sollevazione e poi su Sinistrainrete
Published: 14 June 2025
Created: 14 June 2025
SINTESI by ChatGPT
LINK al testo su Sinistrainrete

📌 Titolo:

La guerra totale dell’Occidente collettivo
Autore: Leonardo Mazzei
Fonte: Sinistrainrete 14-6-25


🧱 Schema sintetico per punti

🔥 1. Terza guerra mondiale in corso
  • L’aggressione israeliana all’Iran non è un episodio isolato, ma un tassello di un conflitto globale già in atto.
  • Non una “vigilia”, ma una guerra mondiale “a pezzi” in pieno svolgimento.
🌍 2. Crisi dell’ordine unipolare e risposta dell’Occidente
  • Il declino americano (economico, morale, sociale) ha posto un bivio:
    • (a) Accettare un mondo multipolare
    • (b) Tentare di ristabilire il dominio con la forza
  • L’Occidente ha scelto la via militare, dove mantiene (per ora) superiorità.
🕍 3. Il Medio Oriente come teatro strategico
  • L’offensiva israeliana ha ricevuto sostegno pieno da parte dell’Occidente.
  • Persino Trump rivendica l’attacco come strumento di pressione sull’Iran.
  • L’Italia, con Tajani, assume una posizione subalterna e complice.
🎭 4. Ipocrisia occidentale: Ucraina e Iran
  • Occidente: finta diplomazia e vere guerre.
    • Ucraina: accordi di Minsk come pretesto per preparare la guerra.
    • Iran: trattative come copertura per l’attacco a sorpresa.
🧓 5. Trump e l’illusione di discontinuità
  • Contrariamente a molte aspettative, Trump non riduce il conflitto, lo rilancia.
  • La sua politica, come quella di Biden, resta coerente con la strategia di dominio globale.
🧨 6. La risoluzione del Parlamento europeo sul riarmo
  • Marzo 2025: approvato massiccio riarmo UE con obiettivo Russia e suoi alleati (Iran, Cina, Bielorussia, Corea del Nord).
  • Conferma di una strategia di guerra totale e visione manichea del mondo.
🤝 7. Blocco occidentale: Nato, Ue, Usa, Israele
  • Compatto nei vertici (es. Nato), dove gli interessi USA si sovrappongono a quelli europei.
  • La logica che guida il blocco è quella della forza e del riarmo, non del compromesso.

✅ Conclusioni e posizione dell’autore
  • Necessità di un ampio movimento di massa contro la guerra e contro il riarmo.
  • Non si può essere pacifisti senza schierarsi apertamente contro l’Occidente collettivo.
  • Obiettivo: contrastare Nato, Ue, Usa, sionismo, ovvero il “blocco della menzogna e dell’inganno”.
  • La “guerra totale” dell’Occidente richiede una “risposta totale”: sarà decisivo il fattore umano, e questo – secondo Mazzei – non potrà mai essere a favore dei “banditi occidentali”.

L’imperialismo statunitense in crisi by Sam-Kee Cheng MRonline 10-4-25

FONTE MRonline
US Imperialism in Crisis: Opportunities and Challenges to a Global Community with a Shared Future By Sam-Kee Cheng (Posted Apr 10, 2025)
TRADUZIONE redazionale
PRESENTAZIONE E SCHEDA SEMANTICA a cura di ChatGPT

L’imperialismo statunitense in crisi: opportunità e sfide per una comunità globale dal futuro condiviso di Sam-Kee Cheng 


PRESENTAZIONE

Il saggio analizza la traiettoria dell’imperialismo statunitense dal secondo dopoguerra a oggi, con particolare attenzione alle sue crisi strutturali, alle strategie di rilancio e alle contraddizioni che ne stanno accelerando il declino. Dopo aver affrontato la crisi degli anni Settanta e la risposta neoliberale che ha segnato il rilancio della potenza statunitense, l’autore descrive come, nel XXI secolo, nuove forze geopolitiche ed economiche – in particolare la Cina – stiano sfidando l’egemonia degli Stati Uniti.

Attraverso un’analisi articolata e multidimensionale, il testo esamina:

  • il logoramento della base produttiva statunitense a favore di un’economia fondata su rendite e rendimenti finanziari,
  • la persistenza dell’egemonia ideologica, soprattutto nei paesi del blocco occidentale,
  • le tendenze emergenti che rivelano l’insostenibilità dell’attuale sistema imperiale, come il rafforzamento del Sud Globale e l’espansione di infrastrutture alternative (BRI, BRICS, de-dollarizzazione).

L’articolo si chiude con una riflessione sulle possibilità di costruzione di una nuova comunità globale, fondata sulla cooperazione multilaterale e sulla sovranità condivisa, ponendo in evidenza il ruolo chiave della Cina nel promuovere un ordine alternativo e inclusivo.


SCHEDA SINTETICO/ANALITICA

Autore: Sam-Kee Cheng
Titolo tradotto: L’imperialismo statunitense in crisi: opportunità e sfide per una comunità globale dal futuro condiviso
Temi principali: imperialismo, egemonia statunitense, Cina, crisi capitalista, multipolarismo
Struttura: 7 sezioni
Fonti principali: Desai (2013, 2023), McCormack, Irwin, Dunford, WHO, RAND Corporation, Global South Institute

Sintesi contenutistica:

  • 1. Introduzione: L’autore chiarisce l’approccio adottato per analizzare il sistema imperiale statunitense, muovendo da un punto di vista storico-materialista e critico verso il concetto di egemonia.
  • 2. L’imperialismo statunitense negli anni ’70: Dopo la crisi della fine del sistema di Bretton Woods e dello shock petrolifero, gli USA rilanciano la propria leadership attraverso una riconfigurazione del capitalismo globale, finanziarizzazione e dominio del dollaro.
  • 3. Le sfide nel XXI secolo: Viene evidenziato il ruolo crescente della Cina, non solo come potenza economica, ma anche come alternativa al modello statunitense, soprattutto nel Sud Globale. Si analizzano anche le strategie di contenimento messe in campo dagli USA.
  • 4. Erosione della base economica: Gli Stati Uniti hanno visto un declino della loro capacità produttiva e un crescente affidamento su rendite finanziarie, esportazione di capitale e controllo valutario – elementi che rendono fragile la loro egemonia.
  • 5. Egemonia ideologica: Nonostante il declino materiale, l’influenza ideologica degli USA resta significativa, grazie al soft power e al potere delle istituzioni accademiche, dei media e dei think tank occidentali.
  • 6. Controtendenze: Emergono nuove strutture e iniziative (BRICS, BRI, accordi commerciali in yuan, infrastrutture digitali e tecnologiche alternative) che sfidano l’ordine liberista e promuovono un mondo multipolare.
  • 7. Conclusione: Si prospetta una transizione difficile e non priva di rischi, ma aperta alla costruzione di una comunità globale fondata su relazioni più eque. La crisi dell’imperialismo USA è anche l’occasione per un cambiamento epocale dell’ordine mondiale.

Parole chiave:

Imperialismo | Egemonia | Stati Uniti | Cina | Multipolarismo | Finanziarizzazione | Sud Globale | Ordine mondiale


CONCLUSIONI

Il saggio propone un’interpretazione critica della traiettoria dell’imperialismo statunitense, mostrando come la sua crisi non sia soltanto congiunturale ma strutturale. La combinazione di declino industriale, fragilità finanziaria e crescente competizione internazionale, soprattutto da parte della Cina, mina le fondamenta dell’egemonia globale americana.

L’egemonia ideologica e militare riesce ancora a mantenere in piedi una certa influenza, ma l’emergere di nuove alleanze, pratiche e istituzioni da parte del Sud Globale – e in particolare del blocco asiatico – preannuncia un possibile superamento del paradigma unipolare.

Il testo non si limita a descrivere un sistema in crisi, ma apre a una riflessione sulle opportunità che tale crisi può offrire per immaginare e costruire un ordine mondiale più equo, basato sul rispetto della sovranità, sulla cooperazione multilaterale e sulla condivisione del progresso. In questo scenario, la Cina viene delineata non come una nuova potenza imperiale, ma come un attore sistemico potenzialmente capace di sostenere una trasformazione progressiva dell’ordine internazionale.

SEGUE: LINK AL TESTO ORIGINALE / TRADUZIONE
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Moneta e impero di Marcello De Cecco un classico del 2017

CONTENUTO
Scheda SBN
Indice
Presentazione dell’editore
Presentazione / Recensione analitica / Conclusioni / Bibliografia essenziale
Recensione di Tommaso Brollo su Pandora Rivista

De Cecco, Marcello
Moneta e impero : economia e finanza internazionale dal 1890 al 1914 / Marcello De Cecco ; a cura di Alfredo Gigliobianco. – Roma : Donzelli, 2016. – XXVIII, 284 p. ; 22 cm. – (Saggi. Storia e scienze sociali).) – [ISBN] 978-88-6843-566-0. – [BNI] 2017-3552.

Indice

 Leggere un classico
Introduzione di Alfredo Gigliobianco
 Prefazione (1984)
 Premessa (1979)
 Prefazione (1974)
 I . Il sistema aureo internazionale nella letteratura economica
 II . La situazione economica internazionale dopo il 1870
 III . Breve storia della diffusione del sistema aureo nel mondo
 IV . Vicissitudini monetarie indiane
 V . Lo sviluppo del sistema finanziario inglese nell’età del gold standard internazionale
 VI . Il sistema finanziario internazionale (1890 – 1914)
 VII . La crisi del 1914 e la fine del gold standard internazionale
 Appendici
 1. Memorandum sulle riserve auree di Basil P. Blackett
 2. Memorandum sulle riserve auree di George Paish
 3. Visita compiuta presso la Banca d’Inghilterra, di John Bradbury
 4. Lettera delle clearing banks e risposta di Lloyd George
 5. Lettera di John Bradbury a Maurice Bonham Carter
 6. Lettere di George Paish a David Lloyd George
 La restaurazione del sistema finanziario internazionale (1993)


SEGUE Presentazione dell’editore, Presentazione, Recensione analitica, Conclusioni, Bibliografia, Recensione di Tommaso Brollo su Pandora Rivista
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La dottrina Trump e il nuovo imperialismo MAGA

FONTE Monthly Review (Jun 01, 2025)
The Trump Doctrine and the New MAGA Imperialism / by John Bellamy Foster
IMMAGINE La politica degli Stati Uniti è ricatto.
“U.S. POLITICS IS BLACKMAIL,” Moscow, 1984. Source: Kershin Yu.V., Soviet Anti-American Propaganda, The Sergo rigorian Collection.
TITOLO La dottrina Trump e il nuovo imperialismo MAGA

Il report contiene
Abstract (by Perplexity)
Sintesi analitica (by Perplexity)
Traduzione del saggio originale
Link alle fonti utilizzate da Perplexity

LINK AL TESTO ORIGINALE


Abstract/Presentazione

Il testo “The Trump doctrine and new MAGA imperialism” di J. B. Foster analizza la trasformazione radicale della politica estera e della strategia imperialista degli Stati Uniti sotto le amministrazioni di Donald Trump, con particolare attenzione al secondo mandato. Foster sostiene che la cosiddetta “dottrina Trump” non rappresenta un ritiro dall’imperialismo, come alcuni critici o sostenitori affermano, bensì una sua riconfigurazione in chiave ipernazionalista e revanscista. La strategia “America First” abbandona l’ordine internazionale liberale e la tradizionale egemonia multilaterale degli USA, puntando invece a una proiezione di potere più aggressiva, conflittuale e selettiva, soprattutto verso la Cina e il Sud globale. Foster descrive le implicazioni di questa nuova dottrina in termini di conflitti economici (guerre tariffarie), militari e culturali, sottolineando i rischi di un’ulteriore destabilizzazione globale e di un possibile declino accelerato della potenza statunitense.

Sintesi Analitica

1. Rottura con la tradizione imperialista liberale

  • Sotto Trump, gli Stati Uniti hanno abbandonato l’ordine internazionale liberale costruito nel dopoguerra, rifiutando sia l’espansione della NATO sia la strategia delle guerre per procura, come in Ucraina, e adottando invece una politica di scontro diretto e di imposizione di dazi anche verso i tradizionali alleati1.
  • Questa svolta ha generato confusione sia tra le élite politiche sia tra alcuni settori della sinistra, che hanno erroneamente interpretato Trump come isolazionista o anti-imperialista1.

2. Nuova strategia imperialista: America First

  • Foster sostiene che la dottrina Trump, lungi dall’essere anti-imperialista, rappresenta una forma aggiornata di imperialismo, fondata su ipernazionalismo, revanscismo e la percezione di un declino della potenza statunitense minacciata sia dall’interno (immigrazione, “marxismo culturale”) sia dall’esterno (Cina, Sud globale)1.
  • L’obiettivo principale è il rafforzamento del potere statunitense tramite una logica a somma zero, con la Cina come principale rivale strategico e una relativa marginalizzazione di altri teatri come il Medio Oriente.

3. Dottrina Trump e identità nazionale

  • La dottrina Trump, articolata da ideologi come Michael Anton, si basa su quattro pilastri: populismo nazionale, rifiuto dell’internazionalismo liberale, nazionalismo coerente per tutti i paesi e ritorno a una concezione etnica e omogenea della nazione.
  • Questa visione si oppone sia al multiculturalismo sia al cosmopolitismo, promuovendo una definizione razziale e religiosa dell’identità americana1.

4. Imperialismo economico e guerre tariffarie

  • Dal 2025, Trump ha imposto dazi generalizzati su tutti i paesi, con tariffe particolarmente elevate contro la Cina, l’Unione Europea e altri partner commerciali, innescando una guerra commerciale e valutaria globale che ha scosso anche Wall Street.
  • L’obiettivo dichiarato è la “indipendenza economica” americana, ma la strategia rischia di provocare una recessione globale e di accelerare il declino dell’egemonia del dollaro e delle istituzioni internazionali su cui si fonda il potere statunitense.

5. Sostegno ideologico e sociale

  • La nuova strategia imperialista trova sostegno sia nella base populista MAGA (Make America Great Again), sia in settori dell’élite capitalista legati alla tecnologia, al private equity e all’energia.
  • Think tank come American Compass elaborano strategie economiche protezioniste e anti-cinesi, promuovendo la rottura dei rapporti economici con Pechino e opponendosi a ogni forma di “woke capital”, cioè a politiche aziendali inclusive e multiculturali1.

6. Conseguenze e prospettive

  • Foster avverte che la prosecuzione di questa strategia potrebbe condurre a una “Nuova Era di Catastrofi”, simile agli anni ’30 del Novecento, con distruzioni economiche, ecologiche e belliche su vasta scala.
  • L’intensificarsi dei conflitti interni tra capitale finanziario globalizzato e nazionalismo MAGA, insieme alla crescente repressione, potrebbe generare forti movimenti di resistenza sia negli Stati Uniti che a livello globale1.

In sintesi, Foster interpreta la dottrina Trump non come un ritiro dall’imperialismo, ma come una sua mutazione in senso nazionalista, razzializzato e conflittuale, che rischia di destabilizzare ulteriormente l’ordine mondiale e di accelerare la crisi della potenza statunitense.

La dottrina Trump e il nuovo imperialismo MAGA – traduzione

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Il suicidio della pace

Il report contiene
Presentazione redazionale
Indice del volume
Introduzione dell’autore
Recensione di Enrico Paventi Il Manifesto 27-5-25
Note e principali opere dell’autore

Colombo, Alessandro <1961- >
Il suicidio della pace : perché l’ordine internazionale liberale ha fallito (1989-2024) / Alessandro Colombo. – Milano : Raffaello Cortina, 2025. – XV, 333 p. ; 23 cm. – (Saggi ; 163).) – [ISBN] 978-88-328-5723-8.

Anni 2000. Si è appena dissolta l’URSS, finisce ogni forma di Guerra Fredda, gli USA restano soli a governare il mondo. E’ la fine della storia? a vedere l’oggi sembra proprio di no. Alessandro Colombo, professore di Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Milano e responsabile del Programma Relazioni Transatlantiche dell’ISPI, nonché autore di numerosi saggi, ci propone un’attenta disanima della crisi geopolitica tuttora in corso.

Il libro analizza il drammatico mutamento dello scenario internazionale dopo la fine della Guerra fredda, segnato dal ritorno dello spettro di una guerra fra grandi potenze, dalla crisi dell’ordine liberale e dall’erosione dei suoi principi fondativi. Dopo un periodo di apparente stabilità e ottimismo negli anni ’90, l’autore sostiene che il mondo è precipitato in una fase di “multicrisi” globale, segnata da conflitti armati, crescente instabilità e ridefinizione dei rapporti tra l’Occidente e il resto del mondo.

La prima parte del volume ricostruisce l’ambizione originaria dell’ordine internazionale nato dopo il 1989: un progetto di portata storica, cosmopolita nei principi ma spesso escludente nella pratica, sostenuto paradossalmente anche attraverso l’uso della forza. La seconda parte segue la traiettoria della sua progressiva disgregazione, individuando cinque fasi chiave – dall’11 settembre alla pandemia, dalla guerra in Ucraina al nuovo conflitto in Medio Oriente – che hanno condotto al disordine globale attuale.

Il testo invita a superare letture semplificatorie e a riconoscere come la crisi attuale sia radicata nelle contraddizioni del trentennio post-Guerra fredda. Un’opera che sollecita una riflessione critica sul presente e sulla possibilità di un nuovo ordine internazionale.

Le 5 fasi della crisi (2000-2025). La storia continua

1. Radicalizzazione e involuzione del progetto di Nuovo Ordine Mondiale (2001–2003)
  • Innescata dallo choc dell’11 settembre 2001.
  • Si avvia la “guerra globale al terrore”, che comporta un uso crescente e sistematico della forza militare da parte degli Stati Uniti.
  • Culmina con l’invasione anglo-americana dell’Iraq nel 2003, che compromette la legittimità e la reputazione dell’ordine liberale internazionale.

2. Erosione economico-politica dovuta alla crisi del 2007–2008
  • La crisi finanziaria globale mette a nudo le fragilità del modello economico dominante.
  • Emergono gravi conseguenze sociali e politiche, soprattutto in Occidente: disuguaglianze, populismi, sfiducia nelle élite.
  • Si accentua il declino della capacità occidentale di dare forma e stabilità all’ordine globale.

3. Ricomparsa degli sfidanti e ritorno della competizione tra grandi potenze
  • Russia e Cina tornano ad affermare le proprie ambizioni geopolitiche.
  • Si chiude il ciclo dell’unipolarismo statunitense, emergendo un mondo multipolare con crescente instabilità sistemica.
  • Si indebolisce ulteriormente l’idea di un ordine universale condiviso.

4. Crollo dell’ordine internazionale sotto i colpi di tre choc globali successivi
  • Pandemia di Covid-19: evidenzia la fragilità delle istituzioni multilaterali e la competizione tra stati.
  • Guerra in Ucraina (dal 2022): riporta la guerra tra stati nel cuore dell’Europa e mina i principi fondamentali dell’ordine post-1945.
  • Nuova guerra in Medio Oriente: ulteriore destabilizzazione in una regione chiave, con effetti geopolitici a catena.

5. Il mondo fuori controllo (situazione attuale, 2025)
  • Nessun attore ha più la capacità (o la volontà) di ricostruire un nuovo ordine stabile.
  • L’intero sistema di legittimità internazionale (regole, istituzioni, distinzione tra guerre “legittime” e “illegittime”) risulta delegittimato.
  • Si configura una crisi epocale e sistemica, che segna la fine dell’illusione di un ordine mondiale post-storico.

Segue: Indice del volume; Introduzione dell’autore; Recensione di Enrico Paventi Il Manifesto 27-5-25; Note e principali opere dell’autore

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La “teoria della triplice rivoluzione” cinese e l’analisi marxista MR 2025/1

TRADUZIONE di China’s “Triple Revolution Theory” and Marxist Analysis by Cheng Enfu and Yang Jun
FONTE Monthly Review 2025, Volume 77, Number 01 (May 2025)
IMMAGINE Il francobollo della Rivoluzione Culturale “Lunga Vita alla Vittoria Integrale della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria” (Seconda Bozza) annullato ed emesso dalla Repubblica Popolare Cinese.

di Cheng Enfu e Yang Jun

Nota degli editori della Monthly Review

In quella che è conosciuta come la Nuova Era, iniziata nel 2012 con l’ascesa di Xi Jinping a presidente del Partito Comunista Cinese (PCC) e presidente della Repubblica Popolare Cinese (RPC), c’è stato un costante avanzamento della sinicizzazione della teoria marxista e del concetto di socialismo con caratteristiche cinesi. diffondendosi a tutti gli aspetti della società e adottato come principio guida per la Cina nel suo complesso. Questa trasformazione non è, tuttavia, vista come una netta rottura con il passato, ma come un’ulteriore progressione della rivoluzione cinese, come simboleggiato dai suoi tre leader supremi nel corso della sua storia, Mao Zedong, Deng Xiaoping e Xi Jinping, che simboleggiano i periodi della presa rivoluzionaria del potere, della riforma rivoluzionaria (o rivoluzione riformata) e della nuova era. ora visto come rappresentante del periodo della Rivoluzione di Transizione volta a completare la rivoluzione. L’appello a “portare la rivoluzione al suo compimento”, che è stato introdotto per la prima volta da Mao, è stato ripreso da Xi nel 2016, e negli ultimi anni è stato un tema persistente nei suoi discorsi e nelle strategie a lungo termine che il PCC ha promosso. Rappresenta quindi una nuova fase della rivoluzione cinese, che ha recentemente celebrato il settantacinquesimo anniversario.

Questi cambiamenti nella progressione storica della rivoluzione cinese hanno portato a vari tentativi di teorizzare le tre fasi della rivoluzione. Qui Cheng Enfu e Yang Jun forniscono quella che chiamano “Teoria della Triplice Rivoluzione”. Il loro articolo è un prodotto della sinicizzazione del marxismo ed è scritto principalmente per un pubblico cinese e per i marxisti di tutto il mondo che hanno seguito il progresso della rivoluzione cinese. Poiché la loro argomentazione è sia di carattere logico che storico, pur descrivendo anche vari punti di vista alternativi, dovrebbe essere facilmente comprensibile per i lettori pazienti e attenti. Ciononostante, incoraggiamo i lettori di MR che trovano il viaggio laborioso a saltare fino alla fine, vale a dire la conclusione della parte IV, poiché questa riguarda ciò che significa veramente “portare a compimento la rivoluzione” secondo il punto di vista di questi autori. Fatto ciò, sarà possibile esaminare l’intera argomentazione dall’inizio alla fine, con nuove e più profonde intuizioni sull’evoluzione del pensiero marxista cinese nel presente come storia.

—Gli editori

Una sintesi del testo nel sito Stoccafissi e Baccalà

Seguono : Gli Autori, Traduzione del testo

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Monthly Review 2025/4/1

FONTE Monthly Review (1 Aprile 2025)
TRADUZIONE della presentazione del volume a cura della redazione
anticipata da una riduzione a cura del pgr IA Perplesity

April 2025 (Volume 76, Number 11)

Nello stesso numero

The U.S. Ruling Class and the Trump Regime , John Bellamy Foster
The Dialectics of Ecology and Ecological Civilization , Chen Yiwen
Lao Socialism with Buddhist Characteristics , Yumeng Liu
The Danger of Fascism in the United States: A View from the 1950s , Paul A. Baran

SUNTO by Perplexity

Presentazione del Saggio

Il saggio analizza criticamente il Premio in Scienze Economiche della Banca di Svezia in memoria di Alfred Nobel, assegnato nel 2024 a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson (AJR) per il loro lavoro sulle “Origini coloniali dello sviluppo comparato”. L’autore sostiene che il premio sia stato storicamente utilizzato per promuovere ideologie economiche conservatrici, spesso ignorando o giustificando le implicazioni coloniali e imperialiste delle teorie premiate. In particolare, l’opera di AJR è criticata per aver idealizzato le istituzioni “inclusive” introdotte nei paesi di colonizzazione europea, omettendo le violenze e le esclusioni sistematiche subite dalle popolazioni indigene.

Sintesi Analitica

  1. Origine e Contesto del Premio
  • Il Premio in Scienze Economiche non fa parte dei premi originali istituiti da Alfred Nobel, ma è stato introdotto nel 1969 dalla Banca di Svezia.
  • È accusato di essere uno strumento ideologico per sostenere l’economia neoclassica e contrastare correnti economiche radicali.
  1. Premio 2024 e Critiche
  • AJR hanno ricevuto il premio per la loro teoria secondo cui le istituzioni “inclusive” (es. proprietà privata e capitalismo) hanno favorito lo sviluppo economico nei paesi colonizzati da europei.
  • La loro analisi si basa sull’idea che il clima e la mortalità europea abbiano determinato la natura delle istituzioni coloniali: “inclusive” nei paesi con alta presenza europea (es. Stati Uniti, Canada) e “estrattive” altrove (es. Africa).
  • Tuttavia, omettono sistematicamente il ruolo della violenza coloniale, del genocidio indigeno e della schiavitù nella formazione di queste istituzioni.
  1. Critica Marxista di Shahram Azhar
  • Azhar confronta il lavoro di AJR con quello del marxista Paul Baran (1957), che aveva già analizzato le divergenze economiche globali legate al colonialismo.
  • Baran sottolineava come tutte le forme di colonizzazione fossero basate sull’esclusione e sull’accumulazione primitiva del capitale, contrariamente alla visione “inclusiva” proposta da AJR.
  • Azhar accusa AJR di eurocentrismo e di ignorare il sistema globale del capitalismo monopolistico.
  1. Problemi Metodologici
  • AJR utilizzano la mortalità dei soldati europei come proxy per la mortalità dei coloni, una scelta metodologica discutibile che ignora le morti delle popolazioni indigene.
  • Le istituzioni “inclusive” sono definite in termini di basso rischio di espropriazione per i proprietari terrieri europei, senza considerare l’espropriazione originaria delle terre indigene.
  1. Implicazioni Ideologiche
  • Il lavoro di AJR è interpretato come una giustificazione del colonialismo insediativo e delle sue conseguenze genocidiarie.
  • Gli autori hanno anche applicato la loro teoria al conflitto israelo-palestinese, descrivendo Israele come un esempio di istituzioni “inclusive”, ignorando l’oppressione dei palestinesi.
  1. Conclusione
  • Il saggio denuncia come il Premio in Scienze Economiche sia stato usato per legittimare narrazioni neoliberali che minimizzano le ingiustizie storiche legate al colonialismo.
  • L’autore invita a una riflessione critica sulle implicazioni morali e politiche delle teorie economiche premiate.

Questo saggio rappresenta un’importante critica alla narrativa dominante nell’economia accademica, evidenziando la necessità di considerare le dimensioni storiche e sociali dello sviluppo economico globale.

Citations:
[1] https://ppl-ai-file-upload.s3.amazonaws.com/web/direct-files/12886793/08f888f0-4342-4bff-8663-ceedc7abf2b6/paste.txt


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SEGUE TRADUZIONE DEL TESTO

Leggi tutto “Monthly Review 2025/4/1”

La Nuova Era dell’Economia Globale

SINTESI by Perplexity
La Nuova Era dell’Economia Globale
di Giuseppe Masala
Pubblicato su L’Antidiplomatico 7-5-25 e poi
Sinistrainrete 10-5-25
LINK all’articolo

di Giuseppe Masala

Presentazione e Segnalazione dell’Articolo

“La Nuova Era dell’Economia Globale” di Giuseppe Masala

Contenuto e Temi Principali

L’articolo di Giuseppe Masala, pubblicato su L’Antidiplomatico, affronta la tesi – sostenuta dal direttore dell’Ufficio Studi del Fondo Monetario Internazionale, Pierre-Olivier Gourinchas – che l’economia globale sia entrata in una nuova era, caratterizzata da profondi cambiamenti dovuti all’innovazione tecnologica più che dalla globalizzazione o dalle politiche protezionistiche1.

Punti Chiave dell’Analisi

  • Innovazione tecnologica come motore del cambiamento
    Gourinchas, citato da Masala, sottolinea come il declino dell’occupazione manifatturiera nei paesi avanzati (sia in surplus commerciale come la Germania, sia in deficit come gli Stati Uniti) sia dovuto principalmente al progresso tecnologico e all’automazione, non agli squilibri commerciali o alla globalizzazione. L’imposizione di dazi, come quelli decisi dall’amministrazione Trump, non risolverebbe quindi il problema della perdita di posti di lavoro1.
  • Effetti sociali e rischi per la crescita
    L’articolo evidenzia che l’accelerazione tecnologica rischia di aumentare la disoccupazione e la precarietà, colpendo soprattutto le fasce più deboli della società, sia per la diminuzione dei posti di lavoro sia per l’aumento dei prezzi di beni e servizi1.
  • Esempi di automazione avanzata
    Masala cita casi concreti come gli stabilimenti Xiaomi in Cina, che producono smartphone senza operai, e i taxi o camion a guida autonoma in Cina e Russia, per mostrare come l’automazione stia rendendo il lavoro umano sempre più marginale nella produzione industriale e nei servizi1.
  • Sfida della distribuzione del reddito
    L’automazione massiccia pone una questione cruciale: se il lavoro umano diventa superfluo, bisogna ripensare la distribuzione del reddito, poiché la produzione rischia di non trovare più consumatori se le persone non hanno un lavoro e quindi un reddito1.
  • Competizione tecnologica e rischi geopolitici
    L’articolo conclude che la vera sfida tra le nazioni non è più solo commerciale, ma tecnologica. Se non affrontata, questa competizione potrebbe portare a tensioni ben più gravi di una guerra commerciale, come suggerisce lo stesso Fondo Monetario Internazionale1.

Valutazione e Attualità

L’articolo di Masala offre una riflessione lucida e aggiornata sulle dinamiche dell’economia globale, mettendo in luce come la tecnologia stia trasformando radicalmente il mercato del lavoro e le relazioni tra le grandi potenze economiche. La tesi centrale – che il vero discrimine tra paesi sarà la capacità di innovare tecnologicamente più che la gestione dei flussi commerciali – è supportata da dati e casi concreti, e pone interrogativi cruciali sul futuro della distribuzione della ricchezza e della stabilità sociale1.

Perché Segnalare Questo Articolo

  • Offre una sintesi chiara delle nuove sfide globali legate all’automazione e all’innovazione.
  • Propone una lettura critica delle politiche protezionistiche e delle loro reali capacità di incidere sull’occupazione.
  • Invita a riflettere su scenari futuri che potrebbero mettere in discussione i fondamenti stessi della società e dell’economia, con la necessità di ripensare radicalmente i meccanismi di distribuzione del reddito.

Conclusione

“La Nuova Era dell’Economia Globale” di Giuseppe Masala è un contributo utile per chi vuole comprendere le trasformazioni in atto nell’economia mondiale e le sfide che attendono governi, imprese e cittadini nell’era dell’automazione e dell’intelligenza artificiale1.

Citations:

  1. https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_nuova_era_delleconomia_globale/29296_60603/
  2. https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/27305-giuseppe-masala-derisa-e-umiliata-come-l-europa-si-appresta-a-divenire-mera-merce-di-scambio.html
  3. https://www.lantidiplomatico.it/autori-giuseppe_masala/38462/
  4. https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29948-giuseppe-masala-la-disfatta-europea.html
  5. https://pubblicazioni.unicam.it/retrieve/e0ff0073-a48c-9bac-e053-1705fe0af019/Costituzione%20economica%20e%20democrazia%20pluralista.pdf
  6. https://www.ais-sociologia.it/wp-content/uploads/2020/10/Programma-CONVEGNO-AIS-Politica-2020-QR-and-Shortlink.pdf
  7. https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/27949-giuseppe-masala-l-avviso-finale-del-fondo-monetario-internazionale-all-impero-americano.html?acm=6945_2078
  8. https://www.giappichelli.it/media/catalog/product/openaccess/9791221160765.pdf
  9. https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/30452-giuseppe-masala-la-nuova-era-dell-economia-globale.html
  10. https://t.me/s/lantidiplomatico?before=43635
  11. https://www.rivistaaic.it/images/rivista/pdf/1_2024_18_MODENA_3_Laneve.pdf
  12. https://www.youtube.com/watch?v=oTl9GP0Asyo
  13. https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lavviso_finale_del_fondo_monetario_internazionale_allimpero_americano/29296_54210/
  14. https://www.unica.it/unica/it/news_rassegna_s01.page?contentId=RST34964
  15. https://appelloalpopolo.it/?p=47442
  16. https://www.jstor.org/stable/43099659
  17. https://keynesblog.com/about/
  18. https://tesi.luiss.it/35764/1/239311_ANTOCI_GIUSEPPE.pdf
  19. https://assets.innovazione.gov.it/1637937177-programma-strategico-iaweb-2.pdf
  20. https://cris.unibo.it/retrieve/e1db2f57-9d34-4ee2-ae1d-8aea030eb590/BANCA%20CENTRALE%20EUROPEA%20E%20SOVRANIT%C3%80%20ECONOMICO-FINANZIARIA.pdf

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Per una filosofia del divenire storico: dalle necessità all’impossibile

SINTESY by Perplexity
Per una filosofia del divenire storico: dalle necessità all’impossibile
di Luciano Vasapollo – Rita Martufi – Mirella Madafferi
Pubblicato su Contropiano il 4-5-25
poi su Sinistrainrete il 9-5-25
LINK al testo

Presentazione

“Per una filosofia del divenire storico: dalle necessità all’impossibile” di Luciano Vasapollo, Rita Martufi e Mirella Madafferi è un saggio che si propone di attualizzare e approfondire la riflessione marxista sulle trasformazioni storiche, economiche e sociali del capitalismo globale. Il testo nasce come rielaborazione di precedenti lavori degli autori e si inserisce nel dibattito contemporaneo sulle crisi, le transizioni e le prospettive di superamento del sistema capitalistico, con particolare attenzione al ruolo della scienza, della tecnologia e degli intellettuali nei processi storici.

Sintesi Analitica

Il saggio affronta diversi nodi teorici e storici:

  • Critica dell’economia capitalistica e divenire storico
    Gli autori analizzano la società capitalistica attraverso la lente della Scuola Marxista Decoloniale, individuando nella produzione e riproduzione degli uomini nel divenire storico il fulcro della critica. Il capitalismo è visto come sistema globale segnato da diseguaglianze strutturali tra centro e periferia, e la sua crisi viene interpretata alla luce delle lotte di classe, in continuità con la lezione marxiana.
  • Ruolo della scienza, della tecnica e degli intellettuali
    Il saggio sottolinea come la scienza e la tecnologia, soprattutto in epoca contemporanea, siano sempre più intrecciate con la produzione bellica e con le logiche del capitale. Gli intellettuali, una volta protagonisti dell’emancipazione civile, sono oggi spesso integrati nel sistema, perdendo la loro funzione critica.
  • Struttura e sovrastruttura nel capitalismo
    Viene ribadita la distinzione marxiana tra elementi strutturali (come il rapporto tra lavoro vivo e lavoro morto) ed elementi sovrastrutturali (Stato, religione), sottolineando come il Modo di Produzione Capitalistico sia un modello teorico che si manifesta in diverse forme storiche di capitalismo.
  • Globalizzazione e mondializzazione
    Gli autori distinguono tra mondializzazione (processo storico di integrazione economica) e globalizzazione (ideologia neoliberista), criticando la polarizzazione tra “no global” e “sì global” e ponendo l’accento sulla necessità di indirizzare i processi globali verso fini sociali e collettivi.
  • Metodo marxiano e dialettica
    Il saggio affronta la difficoltà di coniugare metodo logico e indagine storica, criticando sia la rigidità degli schemi sia la separazione tra teoria e storia. Viene discussa la dialettica materialistica come strumento per comprendere i processi di trasformazione storica, distinguendo tra le posizioni di Marx ed Engels e il dibattito sulla natura e i limiti della dialettica stessa.
  • Critica all’economia politica dominante
    Si contrappone la concezione marxista, attenta ai rapporti sociali e alle dinamiche di classe, alla visione neoliberista che riduce l’economia a sommatoria di individui razionali e mercati autoregolati. Viene evidenziata la complessità delle classi sociali contemporanee, superando la loro rappresentazione dicotomica.

Focus sui Punti Chiave

  • Divenire storico e centralità della lotta di classe
    La storia è vista come processo aperto, segnato dal conflitto tra classi e dalla possibilità di rotture rivoluzionarie, contro ogni visione deterministica o evoluzionista del passaggio dal capitalismo al socialismo.
  • Scienza, tecnica e militarizzazione
    Il saggio mette in guardia contro la subordinazione della scienza e della tecnica agli interessi del capitale e della guerra, sottolineando la necessità di un controllo sociale e collettivo su innovazione e conoscenza.
  • Complessità delle classi e delle dinamiche sociali
    Non esistono blocchi monolitici: sia le classi subalterne che quelle dominanti sono attraversate da differenze e conflitti interni, che vanno analizzati per comprendere le trasformazioni attuali.
  • Critica della naturalizzazione dell’economia
    Gli autori rifiutano ogni tentativo di presentare le leggi economiche come naturali o inevitabili, rivendicando il carattere storico e artificiale delle regole che governano la società.
  • Dialettica come metodo e come critica
    Il confronto tra Marx ed Engels sulla dialettica è centrale: mentre Engels tende ad applicarla anche alla natura, Marx la vede soprattutto come strumento per comprendere e trasformare la società. La dialettica resta il cuore del metodo marxista, ma il suo ruolo e i suoi limiti sono oggetto di dibattito.

In sintesi, il saggio invita a ripensare criticamente il capitalismo contemporaneo, la funzione della scienza e il ruolo degli intellettuali, riaffermando la necessità di una filosofia del divenire storico capace di cogliere la complessità e le possibilità di trasformazione del reale.

Citations:

  1. https://ppl-ai-file-upload.s3.amazonaws.com/web/direct-files/attachments/12886793/1aa576b1-c4ec-45dd-9096-ae9d09777ab5/paste.txt

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SINTESY by Perplexity Per una filosofia del divenire storico: dalle necessità all’impossibile di Luciano Vasapollo – Rita Martufi – Mirella Madafferi Pubblicato su Contropiano il 4-5-25 poi su Sinistrainrete il 9-5-25 LINK al testo

I dazi possono fermare la decadenza degli Stati Uniti?

SINTESI (Deepseek) dell’articolo
I dazi possono fermare la decadenza degli Stati Uniti? / di Domenico Moro
IN Laboratorio per il socialismo del XXI secolo 23-4-25
POI in Sinistrainrete 25-4-25

di Domenico Moro

L’articolo di Domenico Moro analizza la politica dei dazi dell’amministrazione Trump come tentativo di contrastare il declino strutturale degli Stati Uniti, esaminandone cause, contraddizioni e limiti. Attraverso il confronto tra le tesi del sociologo francese Emmanuel Todd e quelle dell’economista Stephen Miran (consigliere di Trump), emerge un quadro complesso: i dazi non sono solo una misura protezionistica, ma uno strumento geopolitico per preservare l’egemonia del dollaro e la base industriale-militare USA, sebbene con risultati incerti.


SEGUONO:

ABSTRACT by Deepseek: Sintesi analitica , Analisi critica
Link al testo originale
APPENDICE esplicativa dei principali concetti by Deepseek
comprende
Definizioni Brevi
PIL (Prodotto Interno Lordo)
PIR (Prodotto Interno Reale)
Differenza Chiave tra PIL e PIR
Nota su PIR (Prodotto Interno lordo) e cfr USA Cina
1. PIL a Tasso di Cambio vs. PIL a PPA (Parità di Potere d’Acquisto)
2. La Sopravvalutazione del Dollaro e il PIR
3. Perché il PPA e il PIR sono Importanti per USA-Cina?
4. Conclusione: PIR, PPA e Declino USA
Stati Uniti vs Cina – PIL pro capite a confronto

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