Cina, BRICS e lo SCO: un altro passo verso un nuovo ordine mondiale
Al vertice della SCO, Xi Jinping riunisce Russia, India e altri 26 Paesi per delineare un nuovo ordine multipolare. Cina al centro della scena mondiale, tra diplomazia, memoria storica e ambizioni globali.
Il Vertice BRICS, chi sono, quanto pesano, cosa fanno
di Gian Luigi Betti
Il summit dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), inaugurato a Tianjin oggi 31 agosto 2025, segna un passaggio decisivo nella transizione verso un mondo multipolare. La Cina, con Xi Jinping al timone, si presenta come regista di un fronte “non-occidentale” capace di contrastare l’unilateralismo americano e le politiche dei dazi imposte da Donald Trump.
Protagonisti di primo piano sono stati Vladimir Putin, accolto come partner strategico prioritario, e Narendra Modi, la cui presenza rappresenta un successo diplomatico per Pechino, considerati i recenti attriti tra Cina e India. Non meno significativa la partecipazione di altri 26 Paesi, tra cui Vietnam, Pakistan, Cuba, Serbia e Slovacchia, segno della crescente attrattiva cinese anche su fronti diversi e spesso conflittuali.
Il vertice si è intrecciato con la memoria storica, culminante nella parata del 3 settembre per gli 80 anni dalla vittoria antifascista. Pechino utilizza il richiamo alla storia per legittimare il proprio ruolo e opporre la propria narrativa a quella giapponese e occidentale. La Cina si propone come potenza pacifica, che non ha promosso guerre per procura né occupato territori, ma pronta a mostrare la propria forza militare per “sottomettere il nemico senza combattere”.
La scelta di Xi di mettere allo stesso tavolo India e Pakistan, storici rivali, rafforza l’immagine di Pechino come mediatore e costruttore di stabilità regionale. La politica tariffaria americana, in particolare quella che penalizza Nuova Delhi, ha accelerato il riavvicinamento tra i due giganti asiatici: da qui la formula evocata dalla stampa americana, “il drago e l’elefante danzano insieme”.
E la vecchia bagascia Europa balla solo ai colpi di frusta del Grande Magnaccia.
Chi sono i Brics
di Zenodoto Agroîkos
Paesi membri ufficiali dei BRICS (2025)
Paese / Anno di ingresso
Brasile Fondatore (2009)
Russia Fondatore (2009)
India Fondatore (2009)
Cina Fondatore (2009)
Sudafrica 2010
Egitto 2024
Emirati Arabi Uniti 2024
Etiopia 2024
Iran 2024
Indonesia 2025
Paesi partner e osservatori del BRICS+
Questi Stati non sono membri ufficiali, ma hanno avviato collaborazioni o espresso interesse formale/informale:
Partner ufficiali:
Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda, Uzbekistan, Nigeria
Osservatori invitati:
Algeria (ha ritirato la candidatura), Turchia, Vietnam
Candidati in esame:
Azerbaigian, Bangladesh, Myanmar, Pakistan, Senegal, Sri Lanka, Venezuela
Nota sull’Argentina: inizialmente prevista come membro, ha rinunciato all’ingresso con l’elezione di Javier Milei.
Il gruppo BRICS+ rappresenta oggi circa il 45-51% della popolazione mondiale e oltre il 28% del PIL globale, che diventa il 40,4% se si usa il il criterio della parità di potere d’acquisto (PPP). Hanno l’obiettivo di costruire un sistema economico multipolare, spesso alternativo al dollaro e alle istituzioni occidentali.
Questo significa che, pur essendo ancora in fase di consolidamento come blocco economico, i BRICS+ hanno già superato il G7 in termini di PIL PPP (il G7 si attesta intorno al 29–30%
Implicazioni geopolitiche
Questa crescita in termini di PPP rafforza l’idea che i BRICS+ stiano costruendo un sistema economico multipolare, con:
Maggiore autonomia dal dollaro.
Nuove piattaforme di pagamento.
Maggiore influenza nelle istituzioni globali.
Cos’è l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO)
L’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) è un’alleanza politico-militare ed economica fondamentale per comprendere gli assetti del nuovo mondo multipolare. Nata ufficialmente nel 2001 su impulso congiunto di Cina e Russia, i suoi membri fondatori includono anche quattro repubbliche dell’Asia Centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan.
Origini e Obiettivi:
Inizialmente creata per affrontare questioni di sicurezza regionale, contrastare il terrorismo e gestire i confini comuni dopo il collasso dell’URSS, la SCO ha rapidamente ampliato la sua portata. Oggi i suoi obiettivi strategici sono:
- Sicurezza: Lotta al terrorismo, separatismo ed estremismo (“i tre mali”).
- Cooperazione Economica: Promuovere integrazione economica, corridoi commerciali e ridurre la dipendenza dal sistema occidentale.
- Coordinamento Politico: Fungere da piattaforma per allineare le posizioni diplomatiche su scenari globali e promuovere un modello di governance multilaterale alternativo a quello euro-atlantico, basato sul principio di non interferenza negli affari interni.
Composizione e Peso Globale:
La SCO non è un blocco monolitico ma una rete strategica in forte espansione:
- Membri Pieni (9): Cina, Russia, India, Pakistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Iran.
- Osservatori e Partner: Include paesi come Bielorussia, Mongolia e diverse nazioni del Medio Oriente e Asia Sudorientale.
- Peso Demografico ed Economico: Complessivamente, l’organizzazione rappresenta circa il 40% della popolazione mondiale e un quarto del PIL globale, rendendola una delle maggiori alleanze regionali per estensione e influenza.
Funzione Strategica per Pechino e Mosca:
In un contesto di crescente rivalità con l’Occidente, la SCO ha assunto un nuovo, cruciale significato:
- Antidoto all’Isolamento: Dimostra che né Russia né Cina possono essere isolate a livello internazionale, fungendo da palcoscenico per mostrare forza e consenso.
- Diplomazia Bilaterale: La struttura dell’organizzazione permette alla Cina di sviluppare la sua modalità preferita: stringere forti legami bilaterali con molti partner all’interno di un quadro multilaterale.
- Piano B Globale: È un pilastro nella costruzione di un’architettura finanziaria, di sicurezza e diplomatica alternativa, riducendo la dipendenza da istituzioni come la NATO, il FMI o la Banca Mondiale.
Sfide e Complessità Internal:
La forza della SCO è anche la sua principale debolezza: riunisce attori con interessi spesso divergenti e rivalità storiche. La presenza contemporanea di India e Pakistan (e le loro tensioni) o il ruolo dell’Iran introducono dinamiche complesse che Pechino, come principale forza trainante, deve abilmente mediare e gestire per mantenere coesione e rilevanza.
In sintesi, la SCO è molto più di un’alleanza regionale: è il laboratorio più avanzato del mondo multipolare e una pietra angolare della strategia cinese e russa per ridisegnare l’ordine internazionale.