Casa Bianca-Italia La corruzione dell’informazione di uno Stato satellite by Alessandro Orsini

Indice

 1  Premessa e ringraziamenti
 2  La corruzione dell’informazione
 3  Il metodo del sospetto
 4  Il realismo politico
 5  Gorbačëv fu ingannato dalla Nato?
 6  Note

Premessa e ringraziamenti

 Questo è il libro di un sociologo in difesa della società libera.
 È un libro sulla corruzione dell’informazione in Italia, l’informazione di uno Stato satellite, uno Stato che ruota intorno a un altro Stato.
 La società giornalistica italiana afferma sussiegosa di essere completamente libera di dire quel che vuole.
 Sospetto che non sia vero.
 Gli uomini si sforzano sempre di apparire migliori di quel che sono. Quando una civiltà, uno Stato o una categoria professionale parla di sé soltanto in termini positivi, è buona regola sospettare che nasconda qualcosa di cui si vergogna. Questo insegna la “scuola del sospetto” che vanta tre grandi autori: Marx, Nietzsche e Freud [1] , cui aggiungo Vilfredo Pareto.
 Chiamo “corrotta” l’informazione che calpesta la verità sostanziale dei fatti per compiacere il potere politico. La corruzione di cui parlo in questo libro non ha niente a che vedere con il concetto di “tangente” o “bustarella”.


 Questo libro si compone di quattro parti.

 Nella prima parte, analizzo la corruzione del sistema dell’informazione in Italia sulla politica internazionale. Spiego il suo funzionamento, le sue regole, ma anche i trucchi, gli inganni e le sue bassezze professionali ricorrendo al metodo del sospetto.

 Nella seconda parte, chiarisco che cosa sia il metodo del sospetto parlando degli studi di Marx sulla nascita del capitalismo. Siccome la borghesia imprenditrice si presentava in una luce molto nobile, Marx ha sospettato che nascondesse qualcosa di ignobile. Nel racconto degli imprenditori borghesi, lo spirito del capitalismo è radicato nella virtù del sacrificio e della dedizione al lavoro. Nel Capitale , Marx spiega che il capitalismo è radicato nella violenza dei forti contro i deboli.

 Nella terza parte, rivelo il mio debito verso il realismo politico italiano che vanta molti autori. Mi richiamo maggiormente a Machiavelli, Mosca, Pareto e Michels, cui aggiungo Luciano Pellicani. Per i realisti, il potere politico è essenziale per capire l’organizzazione della società. Io stesso ho usato il potere politico per spiegare la corruzione dell’informazione in Italia.
Pellicani ci aiuterà a capire che cosa significhi esaltare il potere politico come fattore decisivo del mutamento storico.
 Nella quarta parte, mi occupo della promessa a Gorbačëv sulla non espansione della Nato a est. Parlerò anche delle mie e – mail con Mary. E Sarotte, autrice del libro Not One Inch . Il tema della promessa a Gorbačëv è accennato nel primo capitolo; in quest’ultimo capitolo, lo sviluppo approfonditamente alla luce dei documenti desecretati relativi ai dialoghi tra Gorbačëv e i leader occidentali prima della firma del Trattato sullo stato finale della Germania, il 12 settembre 1990 a Mosca.

 C’è un giorno preciso in cui ho pensato per la prima volta di scrivere questo libro. Era il 19 novembre 2015, durante una cena organizzata dal Massachusetts Institute of Technology al Cambridge Hyatt Regency Hotel, in onore dell’ambasciatrice Wendy Sherman, che ha condotto i negoziati sul programma nucleare iraniano discutendo con il presidente Rouhani. Introdotta dal teorico delle relazioni internazionali Barry Posen, la Sherman raccontò l’impegno della diplomazia americana. Un collega del MIT, nel pieno di una conversazione sui rapporti tra Europa e Stati Uniti, mi disse: “Alessandro, hai mai pensato di concepire l’Italia come uno Stato che gira intorno agli Stati Uniti?”.

 Il nostro dialogo continuò negli anni.

 Tutte le volte che mi recavo al Center for International Studies per i miei soggiorni di studio al MIT o che incontravo un collega ad Harvard, Boston College, Boston University, Northeastern University, cercavo di capire quale fosse la sua opinione dell’Italia. Uno dei più autorevoli professori del dipartimento di scienza politica del MIT mi disse, nel 2019: “Alessandro, credo che l’Italia sia un Paese privo di importanza sulla scena internazionale. Forse può avere qualche importanza in Europa per il problema dell’immigrazione. Non molto più di questo”. Il 18 maggio 2018 la New York University mi invitò a tenere una relazione a un convegno nella sua sede di Parigi. Trovai le solite conferme. Ridendo dell’Italia con altri colleghi americani, un celebre professore di Stanford mi disse: “La battaglia più importante dell’Italia dopo la Seconda guerra mondiale è la battaglia di Eni contro Total per accaparrarsi un pozzo di petrolio in Libia”. Per non avvilire troppo il lettore, tralascio i giudizi sull’irrilevanza dell’Italia di altri miei colleghi americani.

 Ad aprile 2023 sono stato invitato a tenere una conferenza all’hotel Sheraton di Tunisi dal Centre arabe de recherche et d’études politiques ( carep ) in occasione della traduzione in arabo del mio libro Anatomia delle Brigate rosse. Le radici ideologiche del terrorismo rivoluzionario . Ai miei colleghi professori, protagonisti della rivolta contro il dittatore Ben Ali, chiesi che cosa pensassero dell’Italia. Mi dissero di vedere l’Italia come un Paese molto declinante. Uno di loro disse: “La caduta di Gheddafi ha mostrato che l’Italia è un Paese che ormai conta pochissimo. In Tunisia abbiamo interpretato la caduta di Gheddafi come una vittoria della Francia sull’Italia”. In Oman, Turchia, Marocco, Qatar, Sri Lanka: ovunque mi sia recato in questi ultimi anni ho sentito pronunciare gli stessi giudizi sull’Italia.

 Capovolgendo l’approccio della teoria postcoloniale di Said [2] , Bhabha [3] e Spivak [4] , ho guardato l’Italia attraverso gli occhi dei dominatori anziché dei dominati. Al MIT ho iniziato a vedere l’Italia come un Paese declinante attraverso gli occhi dei miei colleghi americani. Tuttavia, un Paese declinante è anche un Paese dipendente: chi cade ha bisogno di aggrapparsi per essere sorretto. Al MIT ho ricevuto tutti gli stimoli per studiare il moto di rotazione della Repubblica italiana intorno alla Casa Bianca e le sue conseguenze sul sistema dell’informazione. La guerra in Ucraina ha fatto il resto. Il governo Draghi e il governo Meloni si sono lasciati guidare dalla Casa Bianca di Biden in un’avventura disastrosa per l’Europa, mentre il sistema dell’informazione dava lo spettacolo che descrivo in questo libro.

 Vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine con il loro affetto in questi anni. Il mio canale YouTube ha raggiunto 170.000 iscritti in due anni. Questa vicinanza e questa stima mi hanno consentito di non vacillare quando sono stato al centro di una violenta campagna di odio e di diffamazione per avere detto che la Russia avrebbe sopraffatto l’Ucraina e che la trattativa immediata con Putin era la soluzione migliore per proteggere gli ucraini. Dissi: “Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina”. I fatti hanno dato ragione alle tante persone che hanno creduto nella bontà della mia analisi.