Il Che fare? di Moreno

Che fare?

Contro il fascismo che avanza: cogliere ogni occasione “unificante”  
Viviamo tempi tristissimi e intrisi di guerre, di fascismo, di intolleranza. Le immagini che ci vengono da Gaza, con i soldati israeliani che sparano sui palestinesi in fila per procurarsi un po’ di cibo, sono agghiaccianti, come anche suscitano indignazione le foto dei/delle migranti espulsi dagli Stati Uniti con un provvedimento di Trump e sospinti verso gli aerei su cui vengono ammassati con le catene ai piedi. In tutto questo c’è un di più di crudeltà, che va oltre quella che si riscontra in ogni situazione bellica, di repressione e di oppressione. A ciò si aggiungono, nel nostro Paese, provvedimenti la cui ispirazione fascista è ben resa dalla legge sulla sicurezza recentemente approvata dal Parlamento.

Ciò dovrebbe spingerci a utilizzare tutte le occasioni che si presentano, anche quelle rituali un po’ “ombelicali” (cioè, in cui ci ritroviamo tra di noi, fra “compagni” e “compagne”) – per dirla con un termine usato recentemente da Luciana Castellina – che possono servire per ricostruire un terreno comune a chi continua a opporsi allo stato di cose esistente, avendo presenti alcuni obiettivi irrinunciabili: la pace prima di tutto; il lavoro, tenendo conto e rappresentando quei 13 milioni che hanno votato al referendum promosso dalla CGIL: la difesa dello stato sociale, della sanità, della scuola, dell’ambiente; l’antirazzismo; l’accoglienza e l’inclusione dei/delle migranti e dei/delle richiedenti asilo; l’antisessismo; l’azione incisiva contro ogni tipo di discriminazione, contro le vecchie e nuove povertà, per la piena attuazione della Costituzione, secondo lo spirito ispiratore che la pervade, quello antifascista; la piena realizzazione delle forme di democrazia che la Carta Costituzionale prevede, che non sono mai state completamente realizzate (e di cui l’attuale maggioranza governativa ha in programma un progressivo svuotamento).

La situazione è tale, a livello nazionale e internazionale, che occorre tornare a ragionare con lo spirito e i propositi di quando, durante la Resistenza, prese vita il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale). Ben vengano, quindi, le iniziative che costituiscono un momento d’incontro fra varie realtà con alcuni punti di fondo condivisi e al fine di portare avanti insieme degli interventi, rendendoli così più efficaci. Sono iniziative riservate agli addetti ai lavori e non si rivolgono alla vasta maggioranza di delusi e di “indifferenti” – quelli che il giovane Gramsci affermava di odiare e che noi vorremmo recuperare alla partecipazione democratica –, ma possono risultare positive, anche se portate avanti in modo tradizionale, con modalità definite da qualcuno “stanchi rituali”, perché cercano di mettere insieme energie di solito assai auto-referenziali.

Sento con grande preoccupazione il fascismo dominante in Italia e nel mondo (non a caso ho accennato alla necessità di un nuovo CLN) e per questo va colta ogni occasione “unificante”. Le mobilitazioni, come quelle per il popolo palestinese e contro il riarmo dell’Europa, e gli incontri per approfondire alcune specifiche tematiche sono molto importanti, ma anche le iniziative fra gli addetti ai lavori possono risultare di una qualche utilità, in quanto, appunto, cercano di moltiplicare le energie in un periodo in cui ciò risulta essenziale, viste le difficoltà per ogni singola realtà associativa di portare avanti il proprio intervento specifico di contestazione dei poteri dominanti, sempre più pervasivi e influenti sul senso comune.

Per tutto questo occorre un impegno straordinario di quanti/e hanno a cuore le sorti dell’umanità, a rischio come non mai da molti decenni. È tempo di avere ancora presente un motto che era caduto alquanto in disuso: “Ora e sempre Resistenza!”.

Moreno Biagioni