La dottrina Trump e il nuovo imperialismo MAGA

FONTE Monthly Review (Jun 01, 2025)
The Trump Doctrine and the New MAGA Imperialism / by John Bellamy Foster
IMMAGINE La politica degli Stati Uniti è ricatto.
“U.S. POLITICS IS BLACKMAIL,” Moscow, 1984. Source: Kershin Yu.V., Soviet Anti-American Propaganda, The Sergo rigorian Collection.
TITOLO La dottrina Trump e il nuovo imperialismo MAGA

Il report contiene
Abstract (by Perplexity)
Sintesi analitica (by Perplexity)
Traduzione del saggio originale
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Abstract/Presentazione

Il testo “The Trump doctrine and new MAGA imperialism” di J. B. Foster analizza la trasformazione radicale della politica estera e della strategia imperialista degli Stati Uniti sotto le amministrazioni di Donald Trump, con particolare attenzione al secondo mandato. Foster sostiene che la cosiddetta “dottrina Trump” non rappresenta un ritiro dall’imperialismo, come alcuni critici o sostenitori affermano, bensì una sua riconfigurazione in chiave ipernazionalista e revanscista. La strategia “America First” abbandona l’ordine internazionale liberale e la tradizionale egemonia multilaterale degli USA, puntando invece a una proiezione di potere più aggressiva, conflittuale e selettiva, soprattutto verso la Cina e il Sud globale. Foster descrive le implicazioni di questa nuova dottrina in termini di conflitti economici (guerre tariffarie), militari e culturali, sottolineando i rischi di un’ulteriore destabilizzazione globale e di un possibile declino accelerato della potenza statunitense.

Sintesi Analitica

1. Rottura con la tradizione imperialista liberale

  • Sotto Trump, gli Stati Uniti hanno abbandonato l’ordine internazionale liberale costruito nel dopoguerra, rifiutando sia l’espansione della NATO sia la strategia delle guerre per procura, come in Ucraina, e adottando invece una politica di scontro diretto e di imposizione di dazi anche verso i tradizionali alleati1.
  • Questa svolta ha generato confusione sia tra le élite politiche sia tra alcuni settori della sinistra, che hanno erroneamente interpretato Trump come isolazionista o anti-imperialista1.

2. Nuova strategia imperialista: America First

  • Foster sostiene che la dottrina Trump, lungi dall’essere anti-imperialista, rappresenta una forma aggiornata di imperialismo, fondata su ipernazionalismo, revanscismo e la percezione di un declino della potenza statunitense minacciata sia dall’interno (immigrazione, “marxismo culturale”) sia dall’esterno (Cina, Sud globale)1.
  • L’obiettivo principale è il rafforzamento del potere statunitense tramite una logica a somma zero, con la Cina come principale rivale strategico e una relativa marginalizzazione di altri teatri come il Medio Oriente.

3. Dottrina Trump e identità nazionale

  • La dottrina Trump, articolata da ideologi come Michael Anton, si basa su quattro pilastri: populismo nazionale, rifiuto dell’internazionalismo liberale, nazionalismo coerente per tutti i paesi e ritorno a una concezione etnica e omogenea della nazione.
  • Questa visione si oppone sia al multiculturalismo sia al cosmopolitismo, promuovendo una definizione razziale e religiosa dell’identità americana1.

4. Imperialismo economico e guerre tariffarie

  • Dal 2025, Trump ha imposto dazi generalizzati su tutti i paesi, con tariffe particolarmente elevate contro la Cina, l’Unione Europea e altri partner commerciali, innescando una guerra commerciale e valutaria globale che ha scosso anche Wall Street.
  • L’obiettivo dichiarato è la “indipendenza economica” americana, ma la strategia rischia di provocare una recessione globale e di accelerare il declino dell’egemonia del dollaro e delle istituzioni internazionali su cui si fonda il potere statunitense.

5. Sostegno ideologico e sociale

  • La nuova strategia imperialista trova sostegno sia nella base populista MAGA (Make America Great Again), sia in settori dell’élite capitalista legati alla tecnologia, al private equity e all’energia.
  • Think tank come American Compass elaborano strategie economiche protezioniste e anti-cinesi, promuovendo la rottura dei rapporti economici con Pechino e opponendosi a ogni forma di “woke capital”, cioè a politiche aziendali inclusive e multiculturali1.

6. Conseguenze e prospettive

  • Foster avverte che la prosecuzione di questa strategia potrebbe condurre a una “Nuova Era di Catastrofi”, simile agli anni ’30 del Novecento, con distruzioni economiche, ecologiche e belliche su vasta scala.
  • L’intensificarsi dei conflitti interni tra capitale finanziario globalizzato e nazionalismo MAGA, insieme alla crescente repressione, potrebbe generare forti movimenti di resistenza sia negli Stati Uniti che a livello globale1.

In sintesi, Foster interpreta la dottrina Trump non come un ritiro dall’imperialismo, ma come una sua mutazione in senso nazionalista, razzializzato e conflittuale, che rischia di destabilizzare ulteriormente l’ordine mondiale e di accelerare la crisi della potenza statunitense.

La dottrina Trump e il nuovo imperialismo MAGA – traduzione

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Gli squilibri economici ristrutturano il mondo

Un saggio di Francesco Cappello per SEMINARE DOMANDE e pubblicato su Sinistrainrete
Qualche citazione
Parole chiave
Presentazioni sintetiche di Deepseek, Perplexity, DeepAI (ChatGPT ha trovato troppo lungo il testo)
LINK al testo
IMMAGINE dal sito su Sinistrainrete

Rimettere in primo piano l’economia interna / di Francesco Cappello

Non abbiamo bisogno di tassare a morte la nostra gente”, “Dobbiamo tassare i paesi che si approfittano di noi.” Poi Trump ha perciò avanzato l’idea di sostituire il gettito derivante dall’imposta sul reddito con entrate provenienti da dazi sulle merci importate. Questo approccio si ispira a un modello storico, quando gli Stati Uniti finanziavano il governo principalmente attraverso i dazi, prima dell’introduzione dell’imposta sul reddito nel 1913.

JP Morgan ha dichiarato che “l’oro è moneta, tutto il resto è credito

La conclusione di Fink è perentoria: se il debito non verrà riportato sotto controllo, gli Stati Uniti rischiano di perdere il ruolo di emittente della moneta di riserva internazionale a beneficio di asset digitali come Bitcoin.

L’imposizione al mondo del dollaro, una moneta nazionale facente le veci di una valuta internazionale, aveva permesso agli USA «il meraviglioso segreto di un deficit senza lacrime, che permette di donare senza prendere, di prestare senza indebitarsi e di comprare senza pagare», parole queste del già ministro delle finanze francese e consulente di De Gaulle J. Rueff.

KW –

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Seguono le schede sintetiche di Deepseek, Perplexity, DeepAI
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