Sintesi analitica realizzata da Deepseek del saggio “La chimera dell’esercito europeo e i fumi di Draghi” di Corrado Cirio in Il Ponte 2025/2
1. Contesto e tesi centrale
Il saggio critica il Documento Draghi (settembre 2024) sulla difesa europea, denunciandone le contraddizioni e l’asservimento alla NATO e agli interessi statunitensi. La tesi principale è che:
- L’idea di un “esercito europeo” autonomo sia una chimera, poiché l’UE manca di sovranità reale e di una catena di comando indipendente.
- La militarizzazione dell’Europa proposta da Draghi (aumento spese militari, investimenti nell’industria bellica) è controproducente:
- Non risolve le carenze tecnologiche dell’UE (ritardo in ricerca, scarsità di laureati STEM).
- Alimenta una spirale di insicurezza globale (es. corsa agli armamenti).
- Avvantaggia principalmente gli USA, che controllano la NATO e impongono standard militari.
2. Critiche al Documento Draghi
Falsa narrazione della “minaccia russa”:
- La Russia (145 milioni di abitanti, 17 milioni di km²) non ha capacità né interesse a invadere l’UE (450 milioni di abitanti, 10 milioni di km²).
- La NATO ha provocato il conflitto in Ucraina rifiutando ogni negoziato pre-2022 e addestrando l’esercito ucraino dal 2014.
Ipocrisia della spesa militare UE:
- La spesa UE (313 miliardi di dollari nel 2023) è già superiore a quella cinese e tripla quella russa.
- L’industria bellica europea è forte nell’export (52 miliardi di € nel 2022), ma Draghi ignora questi dati per giustificare ulteriori investimenti.
Ricadute tecnologiche? Illusorie:
Gli investimenti in R&S militare (“dual use”) sono meno efficaci di quelli diretti in università e ricerca civile (es. modello cinese).
3. Subordinazione dell’UE alla NATO
- Storico: Dal 1949, la NATO garantisce la difesa europea in cambio di sovranità limitata per l’UE.
- Dopo il 24 febbraio 2022 (invasione russa dell’Ucraina):
- L’UE ha adottato in poche ore sanzioni identiche a quelle USA, rivelando un copione preordinato.
- Propaganda di guerra: Narrazione univoca (“Russia aggressore, Ucraina vittima”) e censura del dissenso.
- Dipendenza militare: Le risorse europee sono state dirottate verso l’Ucraina senza dibattito (es. uso del “Fondo per la pace” per comprare munizioni).
4. Perché un esercito europeo è impossibile
Un “player globale” (come USA, Cina, Russia) richiede:
- Deterrenza nucleare autonoma (solo la Francia ha testate, ma non le cederà).
- Intelligence indipendente (l’UE esclusa dai “Five Eyes”).
- Catena di comando unificata (inesistente, con 27 eserciti nazionali).
- Industria bellica sovrana (oggi dipendente da standard NATO/USA).
- Identità politica condivisa (inesistente: lingue, culture e interessi divergenti).
- Risorse finanziarie (l’euro è l’unico asset autonomo, ma sotto attacco).
- Risultato: L’UE è un vaso di coccio in mano alla NATO, che decide al posto suo.
5. Conseguenze per l’Europa
- Deindustrializzazione: Sanzioni alla Russia hanno quadruplicato i costi energetici, favorendo le esportazioni USA.
- Perdita di sovranità: Le decisioni S&D (Sicurezza e Difesa) sono sempre più subordinate alla NATO.
Rischi geopolitici:
- La Germania potrebbe riarmarsi, scatenando una reazione nucleare russa.
- L’UE è vittima della guerra ibrida USA (es. sabotaggio del North Stream).
6. Alternative proposte
- Rifiutare la logica dei blocchi: Adottare un multilateralismo (es. Dichiarazione di Kazan 2024).
- Investire in ricerca civile, non militare.
- Ridurre la dipendenza dalla NATO e dagli USA, puntando su una difesa coordinata ma non centralizzata.
- Difendere l’euro come moneta alternativa al dollaro.
7. Giudizio critico
Punti di forza:
- Analisi documentata della subordinazione UE alla NATO.
- Smascheramento della propaganda bellica (“minaccia russa”).
- Critica alla militarizzazione come soluzione ai problemi UE.
Limiti:
- Visione idealizzata della Russia (ignora corruzione e autoritarismo).
- Sottovaluta il ruolo della Cina nello scontro globale.
- Nessuna proposta concreta per un’UE sovrana al di fuori della NATO.
- Conclusione: Il saggio è un monito necessario contro l’irrazionalità militarista, ma manca di una roadmap realistica per l’autonomia europea.