Massimo Migani, in ricordo di Mario Primicerio
Sabato 28 giugno 2025, alla Casa del Popolo La Montanina, si è svolto L’INCONTRO A SINISTRA, organizzato da Diritti a Sinistra Firenze. L’intervento di Massimo Migani in ricordo di Mario Primicerio
Ricordare Mario Primicerio è un compito facile se il pensiero va alla sua immagine pubblica: un matematico di fama internazionale, un grande intellettuale prestato alla politica, un Amministratore pubblico di grandissime qualità. E’ un compito più difficile se vogliamo ricordare la persona Mario Primicerio, che riassume dentro di se non solo tutti i ruoli che prima citavo ma anche il suo modo di essere, il suo modo di porsi, la sua naturale capacità di mettersi nei panni degli altri, il suo atteggiamento nei confronti dell’amicizia. Perché da qui credo occorra partire: non c’è persona che lo abbia conosciuto e anche minimamente frequentato che non possa poi considerarsi, reciprocamente considerato, amico di Mario. La sua disponibilità all’ascolto ed a cercare di capire la prospettiva altrui era altissima e -passatemi il termine- disarmante. Riusciva sempre a mettere a proprio agio l’interlocutore anche quando i punti di vista erano lontani o discordanti. Lo posso dire per esperienza personale: la grande stagione della “Convenzione Democratica” prima e del mandato a Sindaco dal ‘95 al ‘99 poi, non solo mi permisero di conoscerlo (ero responsabile dell’Area Fiorentina dell’associazione Legambiente) ma di collaborare proficuamente con lui anche in posizioni di non piena condivisione delle scelte che Mario e la sua Giunta assumevano. Mai una volta si sottrasse ad un incontro con Associazioni e Comitati, incontri ed assemblee spesso anche molto animate in ragione delle importantissime scelte urbanistiche che la Giunta Primicerio stava assumendo e concretamente impostando. Mario sapeva ascoltare e faceva tesoro di ogni contributo, anche se lontano dal suo modo di pensare.
Mario era un convinto credente, cresciuto in un contesto culturale e religioso di eccezionale rilevanza: lo strettissimo rapporto che lo legava a La Pira fu fondamentale nella sua formazione ma era un contesto ove operavano anche Dom Franzoni, Don Milani, Don Mazzi, Davide Maria Turoldo, Ernesto Balducci…(con il quale, nel 1984, fondò il “Forum per i problemi della pace e della guerra”). Da qui traeva la sua ‘radicalità’, atteggiamento ben lontano dall’‘estremismo’,atteggiamenti che al benpensantismo spesso piace accomunare. Radicale nell’etica pubblica, come ricordano i nostri precetti costituzionali, radicale nei suoi comportamenti, sia pubblici che privati, radicale come lo sapevano essere Alex Langer o Enrico Berlinguer…
La sua analisi non era mai ideologica ma basata sulla lettura storica dei fatti, in un’ottica di responsabilità personale e collettiva. Per tutta la vita fu portavoce di un pacifismo attivo e costruttivo che riversava in ogni sua azione. Richiamandosi a La Pira affermava spesso che le “Le città sono più importanti degli Stati quando si tratta di costruire la pace..” Le città quindi come spazi di apertura, di inclusione, di cultura. La città come laboratorio etico e politico capaci di farsi voci autonome nel contesto globale, come luogo di dialogo tra popoli, culture, religioni.
Mancherà la sua voce, forte e chiara fino alla fine della sua vita, contro la logica del più forte e il tentativo in atto di distruggere le basi del diritto internazionale.
Sta a noi continuare a far sentire la sua voce. In particolare all’Università perché diffonda ed amplifichi il lavoro filosofico e scientifico di Mario, alla politica e alle amministrazioni pubbliche perché assumano la radicalità di Mario come presupposto dell’agire collettivo, alla società civile -e a noi, che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo- di continuare a operare, e lottare, per una uscita da un sistema dominato esclusivamente dal profitto a favore di un sistema ambientalmente, socialmente ed economicamente sostenibile.