Benvenuti nell’era complessa

Benvenuti nell’era complessa di Pierluigi Fagan. Diarkos, 2025
Il report contiene
Scheda bibliografica SBN
Indice breve ed Indice esteso
Presentazione dell’autore (prima dell’edizione) e guida alla lettura
Nota dell’autore nella edizione del libro

Fagan, Pierluigi
Benvenuti nell’era complessa : mappe e strumenti del pensiero per esplorare il mondo nuovo in formazione / Pierluigi Fagan. – Santarcangelo di Romagna : Diarkos, 2025. – 566 p. ; 21 cm. – (Saggi).) – [ISBN] 978-88-361-6424-0.

Pierluigi Fagan

La tesi del libro è che siamo entrati in una nuova era storica che sopravviene a quella moderna, come il Moderno sopravenne al Medioevo e questo all’Era Antica. Si propone di chiamare questa era “complessa” secondo la definizione che daremo del termine. Propriamente, saremmo in quella transizione che secondo il Gramsci non è più il prima, ma non è ancora pienamente il dopo, lì dove si manifestano fenomeni che definì “morbosi” (oscuri, contradditori, etc.). Ciò che entra nella nuova era siamo noi, individualmente e socialmente intesi, quindi le nostre società, gli ordini interni ed esterni, i modi sociali (di produzione, di gerarchia, di relazione, di cultura, d relazioni geopolitiche, di atteggiamenti ecologici, di sviluppi tecnologici etc.), nonché le mentalità che qui chiamiamo “immagini di mondo”.

In queste transizioni storiche, ogni società e per società qui intendiamo il nostro comune “veicolo adattivo” ovvero il sistema che usiamo tutti per garantirci miglior adattamento a mondo ed ai tempi, va ad un vaglio di adeguatezza. Ci va per forza perché ogni società e mentalità riflessa si sono forgiate nel tempo del passato in cui la realtà era diversa. Il libro allora è una indagine per verificare le nostre società e riflesse mentalità alla luce di questo problema dell’adattamento ai nuovi tempi.

L’indagine si sviluppa in dieci capitoli e quattro sezioni.
Segue Indice breve e Presentazione dell’autore (guida alla lettura) Indice esteso Nota dell’autore nella edizione del libro

Indice breve

Nota dell’autore
Introduzione

  1. L’origine dell’uomo
  2. Le origini della civiltà
  3. Origini e sviluppo della Modernità
  4. Per una concezione adattativa della storia
  5. Complessità. Teorie e applicazioni
  6. Immagini di mondo
  7. Breve storia dell’oggi (1945-2024)
  8. Qualche ipotesi sul domani
  9. Adattarsi significa cambiare se stessi in accordo ai nuovi contesti
  10. Riprendere il cammino di civiltà

Presentazione dell’autore (prima dell’edizione)

1. La prima sezione tratterà una verifica dei fondamenti che, nel tempo storico, diventano le “origini”. A seconda di come intendete le origini, verrà fuori questo o quel sviluppo nel racconto del cosa e come siamo. Inizieremo analizzando cosa sappiamo o crediamo di sapere sulla storia del nostro genere Homo (1). Qui e poi negli altri due capitoli di questa sezione, faremo tre cose: a) citare le principali teorie in auge; b) aggiornare sulle ultime scoperte che non sempre le confermano; c) avanzare nuove inquadrature ovvero rifondare la nostra credenza sulle “origini”. A seguire, analizzeremo la storia del Mesolitico e Neolitico ovvero come siamo passati da società piccole ed egalitarie a grandi e gerarchiche (2). Infine, come nacque il Moderno, dove e perché e all’interno di questo quel sistema che chiamiamo “capitalismo”.

2. La seconda sezione ha di nuovo tre capitoli e si muove più sulla teoria, nel mondo del pensiero, delle idee, delle immagini di mondo. Si parte con una nuova concezione della storia (4), la concezione adattativa ovvero mettere in relazione ciò che è successo “dentro” le società, con ciò che è successo “fuori” delle società, nell’ambiente e contesto in cui operavano. Finalmente, arriveremo a dare una inquadratura del concetto di “complessità” (5), concetto sfuggente, antipatico già dalla formulazione poco maneggevole eppur necessario. Infine, entreremo nel più che complesso mondo delle “immagini di mondo” (6) ovvero quella riduzione del mondo (di noi e di tutto ciò in cui siamo immersi, dal nostro circostante al pianeta intero -fisico ed umano-) che abbiamo in testa e in base al quale analizziamo, giudichiamo, decidiamo che fare. Vedremo anche come nell’ultimo secolo, dalla propaganda di Lippmann (forse il primo inventore del concetto di “neoliberismo”), via quello di “egemonia” di Gramsci e fino alla critica del discorso pubblico oggi dilatato dai nuovi media, questo mondo apparentemente etereo ma fondamentale delle “narrazioni” ha modellato e modella le nostre mentalità, società, modi di pensare e vivere.

3. La terza sezione ospita un racconto storico concentrato dei principali “fatti del mondo” degli ultimi sette-otto decenni (7) mentre a seguire ( 8 ) daremo uno sguardo ai principali temi e previsioni che riguardano il futuro immediato (2050).

4. Nell’ultima sezione, ci occuperemo della parte diagnostico-costruttiva (9) ovvero su cosa sembra necessario concentrare i nostri sforzi di cambiamento per evitare di trovarci in una situazione di disadattamento, di inadeguatezza a ciò che il mondo sta diventando. Debbo però specificare che non parleremo come spesso accade in questo tipo di trattati del mondo intero, dell’umanità. Ci limiteremo per ragioni che spiegheremo al nostro mondo, all’Europa e più nello specifico all’Europa latino-mediterranea che proporremo come nostro nuovo “veicolo adattivo” dopo lo Stato-nazione che fu una invenzione che rispondeva a condizioni che portarono al Moderno che oggi trapassa ad altro.

Infine (10) risponderemo alla implicita domanda che ognuno di noi si fa in questi casi: che fare? Come perseguire i dettami del cosa dovremmo fare (9) che rispondevano all’intera indagine pregressa (da 1 all’8 )? È la domanda politica, che attiene alla “polis” (città, Stato, società, comunità) e cercheremo la risposta in una analisi del concetto e del costrutto democratico distinguendo la teoria dalla sua pratica in Occidente che scopriremo vantarsi di perseguire questo ordine a parole ma quasi mai nei fatti. Lo faremo appoggiandosi alla teoria del filosofo Cornelius Castoriadis (anche sociologo, economista, psicanalista e saggista) che fondò negli anni ‘60 un gruppo politico-rivista “Socialisme ou Barbarie”, di un marxismo non allineato, assieme al suo amico e filosofo e sociologo proprio della complessità Edgar Morin. Nel tempo. però, il greco-francese si è allontanato dal marxismo per quanto eterodosso in direzione di un ritorno ai principi fondativi dell’antica democrazia ateniese, principi da estrarre e rielaborare per vederne l’applicazione nelle nostre società ben più ampie e complesse.

Se l’Era è complessa, e del concetto di complessità fa da perno centrale il principio di auto-organizzazione, va da sé che la versione politica del principio di auto-organizzazione è una forma di democrazia radicale. Radicale non perché ci si atteggia a malandrini scapigliati, ma perché si declina “democrazia” per le sue radici, per sua essenza il che ci riporta alle “origini”. Come operare politicamente per una “democrazia radicale” è riassunto in un semplice pentalogo che chiuderà il trattato.

L’architettonica del sistema, quindi, sarà: il mondo sta cambiando profondamente e rapidamente per evitare di trovarci in condizioni di disadattamento foriere di mille problemi (tra cui un discreto numero di vere e proprie potenziali catastrofi), dovremmo fare alcuni cambiamenti radicali e per farli l’unico modo adeguato risulta promuovere politicamente una forma di democrazia radicale da evolvere nel tempo.

Il libro è molto più leggibile e fruibile di quanto non appaia, tuttavia è lungo perché la complessità, alla fine, è data dal numero di variabili e loro interrelazioni che si usano nell’analisi. È scritto su basi multi-inter-trans-disciplinari che trattano indifferentemente scienze dure, umano-sociali e pensiero umanistico, studiate da me in questo venti anni di ricerca su base di milletrecento saggi di cui poco meno di un terzo di filosofia, perché la filosofia è sì importante per pensare ma anche per pensare a come si pensa.

Chi ha frequentato questa pagina e il mio blog (che compie tredici anni), finalmente capirà (spero) cosa aveva in testa l’autore di così tante parole e ragionamenti. È sincero e del tutto non retorico, ringraziarvi tutti per i like, i cuoricini, le condivisioni, le critiche, i dibattiti, le segnalazioni dei miei orrori grammaticali o semplici refusi, aggiunte, stimolazioni, link per aprire altri approfondimenti etc. dati in questi anni.

Senza questa “comunità di pensiero”, che ha fatto “sistema”, avrei pensato molto peggio. Grazie di cuore.

Questa presentazione è stata pubblicata su questo sito

Indice esteso

–Nota dell’autore
–Introduzione
Il recente Big bang del sistema umano
L’inizio della transizione tra Era moderna ed Era complessa
La torsione neoliberale
I primi vagiti dell’Era complessa
Il libro
1. L’origine dell’uomo
Un preambolo
Una critica della paleoantropologia su base complessa
Paradigmi a governo delle immagini di mondo
Certezze e incompletezze
Esseri sociali e questione anglosassone
L’influenza anglosassone sull’immagine di mondo
I primi uomini: l’Homo Habilis
Adattamento o selezione naturale?
I contributi dell’evoluzione culturale
Conclusioni
2. Le origini della civiltà
Arriva l’Homo Sapiens
Il Big bang culturale del Paleolitico superiore
La storia profonda del Paleolitico superiore
Sapiens tra istinto bellico e mutuo appoggio
Veneri e immaginario
L’Olocene
Enigmi per menti semplificanti
Discesa dall’Anatolia alla Mesopotamia
Delle origini della gerarchia sociale
Nuovi modelli a più variabili
Le prove archeologiche
La devoluzione dei poteri verso l’alto
Tra divisione del lavoro e divisione delle conoscenze
Élite, gerarchie sociali e potere politico
Complessità e gerarchia
Bilancio e significato della transizione tra società semplici e società complesse
Conclusioni
3. Origini e sviluppo della Modernità
Interregno
Imperi e barbari
Il secolo terribile
Armi
Dinamica competitiva
Transizioni e trappola dell’omega
Gloriosa rivoluzione
Teorie e ideologie
Dominio sul mondo
Dominio sulla natura
Dominio di classe
Dominio dell’immagine di mondo
La strategia adattiva occidentale moderna e la sua improrogabilità
4. Per una concezione adattativa della storia
La teoria degli ordinatori
L’ordinatore generale
Le società al vaglio adattivo
Il caso del cannibalismo mesoamericano
Cina, India, islam
La dipendenza dalla storia
Adattamento ed Era complessa: società che prevedono
Capitalismo, ovvero la società ordinata dall’economico.
La lettura di Karl Polanyi
Una diversa antropologia economica
La questione del lavoro
Lavorare stanca
Cambiare l’ordinatore economico
5. Complessità. Teorie e applicazioni
Forma della conoscenza complessa
Teoria dei sistemi e cibernetica
Definizione di “complessità”
Dalla teoria all’Era complessa
La cultura della complessità
La complessità nella conoscenza
Complessità e adattamento
L’album di famiglia del pensiero complesso
CONCETTI BASE Principio di causa complessa, Feedback, Impredicibilità, non linearità, non precisione, indeterminazione, Emergenza, Autoriferimento, autoorganizzazione, riflessività, ricorsività, ridondanza, Ordine, disordine, entropia e tempo, Multi e interdisciplinarietà,
Lineamenti di una possibile mondologia
Applicazioni della cultura complessa
Morin e la conoscenza complessa
6. Immagini di mondo
Breve indagine su i nostri sistemi mentali
L’immagine di mondo
Logiche
Memorie
Intelligenze narrative
Costruzione e condivisione dell’immagine di mondo
Costruttivismo ed immagini di mondo
Tornando alle facoltà adattative della nostra mente
Cambiare l’immagine di mondo
Gestione pubblica dell’immagine di mondo
Psicologia e propaganda
Strategie pazienti
Si comincia a studiare il mondo
Andiamo a concludere
7. Breve storia dell’oggi (1945 – 2024)
Anni Quaranta – Settanta
Modernità postbellica
Anni Settanta – Novanta
La questione europea
La questione balcanica
La questione israeliano – palestinese
La questione araba
Il nuovo millennio
La questione geopolitica
Verso un mondo multipolare
La difficile transizione occidentale all’Era complessa
8. Qualche ipotesi sul domani
L’epoca dei limiti
Futuro, futuri
Road to nowhere
Intelligenza artificiale in che senso?
Studi sul futuro
Demografia
La questione del “mondo senza lavoro”
Ecologia e complessità
Economie compatibili?
La collassologia e i collassi nella storia
9. Adattarsi significa cambiare se stessi in accordo ai nuovi contesti
Società come veicoli adattivi
Ridefinire l’Occidente: la separazione degli Occidenti
Ridefinire il soggetto adattativo: nuovi macro – Stati federali
L’impero latino di Kojève
Ridefinire l’ordinatore generale: dall’economico al politico
Elementi per una nuova immagine di mondo
sottotitoli: La questione tecnologica, La questione demografica, La questione del lavoro, La questione ecologica, La questione del futuro, Economia e globalizzazione,
Conclusioni
10. Riprendere il cammino di civiltà
L’Occidente europeo e l’uscita dal moderno
L’Occidente e la democrazia
Democrazia dei moderni e degli antichi
Il senso della democrazia dei moderni
Lotta per il tempo
Il senso della democrazia degli antichi
Definire e condividere il bene generale
Principi dell’autorganizzazione politica
Attualizzare i principi fondativi della democrazia reale
Cinque punti verso una democrazia reale
Tempo. Formazione, Distribuzione, Informazione, Dibattito
Verso la conclusione

Nota dell’autore

Nota presente nella edizione definitiva

 Questo libro è stato scritto per comunicare ciò che ho studiato in questi ultimi vent’anni dedicati esclusivamente alla ricerca indipendente.

 Non dovrebbe presentare alcuna difficoltà di comprensione (anche grazie al grande lavoro dell’editor, Matteo Montaguti). Non uso linguaggi esoterici o formule tecniche, non mi diletto con termini ricercati e respingenti. Tuttavia, lavoro di ricerca e costruzione di conoscenza sono basati su un metodo multi – inter – transdisciplinare che, se è facile da citare, è in realtà molto meno facile da praticare e, forse, condividere.

 Io l’ho praticato, in questi vent’anni, studiando circa milletrecento testi di più di una dozzina di discipline, le principali dei tre settori in cui è organizzata la nostra conoscenza razionale: scienze dure, discipline umano – sociali, pensiero umanistico – anche se, in effetti, quasi un terzo sono di filosofia. Questo perché ogni pensiero dovrebbe pensare anche a come pensa, oltre che a ciò che pensa. Inoltre, l’indipendenza di fatto (la mia vita materiale non dipende da questa ricerca, che è finanziata da ciò che ho guadagnato nei più di vent’anni precedenti di professione), mi ha permesso relativa libertà sia formale che sostanziale. Nel tempo, ho costruito una mia immagine di mondo, espressa in questo lavoro. Essa si desume dalla lettura dell’intero, ma risulterà forse inusuale per alcuni aspetti, poiché proviene da una strada di conoscenza diversa da quella delle varie discipline tagliate verticalmente.

 A lettori e lettrici non deve interessare la “mia” immagine di mondo. Volevo solo avvertire come s’è composta quella da cui si sono scritte queste tante pagine. Me ne scuso, ma la complessità – che, in breve, è il concetto della forma gnoseologica di chi ha pensato e scritto, nonché tema del libro stesso – non si può comprimere oltre certi limiti senza perdere la sua sostanza, il senso e il significato. Potevo fare molto di meglio, ma capacità, limiti di spazio cognitivo e un metodo piuttosto “anarchico” sono quelli. Altresì, questi limiti, che spesso nel mio caso vengono perturbati dalla passione intellettuale, possono aver generato errori o imprecisioni o distorsioni forse eccessive in taluni punti. Questo metodo di studio diagonale, già di suo, porta genericità e vastità e paga in precisione. Dove ho cercato di concentrare un più intenso sforzo è stato nell’architettonica del testo, ovvero nel numero di campi percorsi dall’indagine, da cui il metodo predetto, inclusa la riflessione sulle forme dell’impianto conoscente e la tessitura del tutto.

 Chiunque può farsi la sua immagine di mondo con questo metodo, basta che cerchi di tenere assieme le diverse cose che chiamiamo realtà. Da questo punto di vista, spero di non aver provocato fatica vana a lettori e lettrici, almeno in termini di argomenti (non di mie interpretazioni o giudizi), più o meno ci dovrebbero essere tutte le “questioni fondamentali” di cui si compone la nostra realtà. Eccetto due: la questione spirituale e quella artistica, che assieme alle tre forme del pensiero logico – razionale fanno l’intera nostra eredità culturale. Ma sono anche le più personali. Nel discorso pubblico come fine ultimo prospettato nel testo, che è un fine politico, pesano decisamente di più le altre.

 L’indagine, quindi, si è svolta in paleoantropologia, archeologia, antropologia, storia profonda, storia moderna, bioevoluzionismo, storia delle civiltà, filosofia della storia e filosofia generale, epistemologia e storia della scienza moderna, cultura della complessità e scienze cognitive, logica, comunicazione e informazione, psicologia, sociologia, economia, finanza, geopolitica, relazioni internazionali, demografia, ecologia, tecnologie e futurologia, per giungere infine a un esito politico.

 La nostra realtà storico – sociale è fatta di tutte queste cose. Questa è la natura “intessuta assieme” di ciò che diciamo “complesso”. Semplicemente noi stessi, il mondo, le nostre molteplici relazioni.